Via ai lavori per la foresteria nell’ex cantiere. Un aiuto alle famiglie dei pazienti del Gaslini
Quella casetta rossa in legno, un ex piccolo cantiere navale dismesso, era uno dei segni distintivi del lungomare di Sturla, in via del Tritone.
Adesso non c’è più e al suo posto ci sono le fondamenta di un cantiere.
Ma al suo posto rinascerà un edificio nuovo, uguale nell’aspetto ma molto più ricco nel cuore: undici alloggi a disposizione delle famiglie che hanno iloro piccoli ricoverati al Gaslini e una nuova sede per la “Band degli orsi”, associazione che da vent’anni si occupa del sostegno alle famiglie e ai pazienti dell’ospedale pediatrico e ha ottenuto la concessione gratuita ventennale della sede, dal Comune.
Prevista anche l’apertura di un centro anti-usura e di un centro studi dove pediatri, psicologi, avvocati ed esperti di ogni settore potranno scambiarsi idee, punti divista e suggerimenti per elaborare nuove strategie con le quali supportare bimbi e famiglie con fragilità. Al posto della vecchia struttura, risalente al 1899e vincolata, sarà posizionato un prefabbricato in legno di abete rosso dell’Alto Adige, realizzato secondo la tecnologia X-LAM. Della struttura originaria verrà conservato solo il fasciame esterno.
La cerimonia di ieri perla posa della prima trave della casetta rossa di Sturla
Un progetto di demolizione e ricostruzione in tempi record (ieri è stata poggiata la prima asse, si prevede di terminare la struttura in tre mesi) sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo. «Sarà pronto entro l’estate e sarà il settimo rifugio che metteremo a disposizione di tutte le famiglie dei piccoli ospiti del Gaslini che ne avranno bisogno, ma non solo. La struttura nasce anche per dare una risposta alle vecchie alle nuove fragilità emerse nel periodo del Covid», dice il presidente dell’associazione Pierluigi Bruschettini. Progetto a cui ieri è arrivato l’incoraggiamento del sindaco Marco Bucci e dell’assessore regionale al Welfare Ilaria Cavo.
«Io ho abitato a Sturla e mi domandavo sempre che fine avrebbe fatto quella casa rossa così diversa dal resto del panorama, sembrava trasportata qui da un paese nordico – racconta il presidente del Cda del Gaslini Edoardo Garrone – sono lieto di sapere che rinascerà come prima e soprattutto che sarà un presidio di solidarietà e accoglienza, ci voleva un visionario come il prof Bruschettini e tutta la Band degli Orsi per questo sogno». Anche dal sindaco Bucci arrivano i complimenti all’associazione: «E un’altra dimostrazione di cosa sono capaci i genovesi e di quanto teniamo al Gaslini». Per l’assessore Cavo «Questo progetto e questa nuova casa sono un segno e un esempio: avete colto il bisogno vero delle famiglie prendendovi cura di un aspetto fondamentale, il tempo dell’attesa. Le attese per le famiglie che arrivano qui sono sempre infinite, che siano di ore o di minuti. Cogliere il valore di quel tempo è un grande servizio all’intera collettività». L’assessore comunale all’Urbanistica Simonetta Cenci invece pone l’accento sull’unicità del progetto anche dal punto di vista architettonico: «Un traguardo raggiunto con fatica e caparbietà superando ostacoli progettuali, burocratici ed economici, grazie all’affinità di intenti dei progettisti dei responsabili degli uffici comunali e della Sovrintendenza. Un nuovo edificio che riassumerà l’antica identità con le nuove esigenze di sicurezza, salute, risparmio energetico e sostenibilità rivestito di elementi che ricorderanno il passato».
Emanuele Rossi, IL SECOLO XIX
Last modified: 30 Novembre 2021